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Teatro

Pagina dell'Indirizzo sperimentale Teatro

D.M. 540 del 18 giugno 2019

PROFILO GENERALE E COMPETENZE

MANFRED - 2016

Al termine del quinquennio lo studente dovrà possedere queste competenze:

  • Sarà in grado di riconoscere gli elementi costitutivi dello spettacolo teatrale e la loro funzione nei diversi generi;

  • Sarà in grado di progettare in modo coerente un piano di regia di un testo teatrale e di gestire autonomamente il percorso di “messa in scena” dell’opera, coordinando  le operazioni implicate nel passaggio dalla pagina scritta alla rappresentazione sul palcoscenico;

  • Avrà padronanza della storia del teatro sia in relazione alla funzione sociale e al contesto storico sia rispetto all’analisi della produzione teatrale di ogni epoca, cogliendone la relazione con gli altri linguaggi artistici contemporanei;

  • Sarà in grado di interpretare un testo teatrale come esercizio continuo della “pratica” artistica e della propria creatività, avendo acquisito consapevolezza dei propri riferimenti culturali, teorici e stilistici;

  • Avrà acquisito padronanza, per averli sperimentati direttamente durante il percorso triennale, dei propri mezzi espressivi quali il corpo/movimento e la voce/parola;

  • Sarà in grado di riconoscere i principali modelli e strutture della drammaturgia, le forme dell’organizzazione teatrale affermatesi nella storia e le relative forme dello spazio scenico;

  • Sarà in grado di progettare lo spazio scenico entro cui si svolge la rappresentazione, sovrintendendo alla sua restituzione grafica e geometrica e alla realizzazione delle forme pittoriche, plastiche ed architettoniche che costituiscono l’allestimento dell’opera.

DISCIPLINE PROGETTUALI DELLO SPETTACOLO

 

Linee generali e competenze

 

 

Partendo da una concezione del teatro come “arte della scena” e non solo trasposizione scenica di un testo letterario, concezione affermatasi nel Novecento, divengono fondamentali  i rapporti tra il teatro e le arti figurative che sono pienamente coinvolte nella rappresentazione per gli aspetti scenografici in primo luogo, ma anche per la costumistica e l’illuminotecnica. Queste discipline hanno in comune con il teatro l’elemento della visione, l’ essere ‘arti della visione’: nella produzione degli spettacoli si è ridimensionato il primato della parola scritta per liberare la creatività di altre arti concorrenti quali la scenografia, la danza, la musica, in modo che il regista è diventato il vero artista del teatro contemporaneo (e ogni regia è essa stessa un’opera d’arte).  

Le Discipline progettuali dello spettacolo debbono concretizzare questo approccio, ormai largamente condiviso, attraverso l’esercizio della progettazione di uno spettacolo: progettazione che deve muovere, oltre che dal testo individuato, dalla centralità della dimensione scenica per integrare tutte le arti coinvolte nella “messa in scena”. La capacità di progettare la messa in scena di un’opera e/o spettacolo costituisce il vero obiettivo formativo e culturale della disciplina che sarà oggetto della seconda prova all’Esame di Stato e si esprime nell’elaborazione di un “piano di regia”. La scelta dei testi sui quali lavorare dovrà avvenire di comune accordo con il docente di Storia del teatro e di Laboratorio di interpretazione e tecniche teatrali. Sarà utile presentare, anche attraverso filmati, esperienze di regia condotte da autori rilevanti del panorama artistico contemporaneo.

Al termine del percorso liceale lo studente dovrà essere in  grado di coordinare, in maniera autonoma, i processi progettuali ed operativi finalizzati alla messa in scena teatrale di un testo o di un’altra forma di spettacolo dal vivo all’interno di un “piano di regia”; dovrà individuare nell’analisi del testo gli aspetti estetici, concettuali, espressivi e comunicativi che interagiscono fra loro in modo da dare corpo alla propria interpretazione . Lo studente, al termine del corso, dovrà inoltre possedere le competenze necessarie alla ideazione e all’allestimento dello spazio scenico, nonché alla produzione degli elementi bidimensionali e tridimensionali che lo compongono. Il piano di regia sarà dunque il risultato finale verso cui tendere: al suo interno saranno comprese le attività progettuali, le conoscenze teoriche, le attività laboratoriali, lo stile della recitazione, i contributi delle diverse arti che si fondono in una messa in scena.

 

 

Obiettivi specifici di apprendimento

 

Gli allievi dovranno progressivamente acquisire (nel triennio) la capacità di compiere:

a)    Scelte drammaturgiche, quali adattamenti del testo, sue riduzioni e tagli, contaminazioni con altri linguaggi artistici (es. musica e danza);

b)    Scelte interpretative del testo analizzato, dalla sua restituzione fedele nei costumi e nell’ambientazione storica, alla sua attualizzazione nei contenuti e nei linguaggi, scelte che debbono rimanere stilisticamente coerenti;

c)    Scelte di recitazione che potrà essere di tipo naturalistico (tendente a restituire fedelmente il personaggio), artificiale, straniata e critica, giocosa e parodistica;

d)    Scelte di allestimento scenico: al termine del percorso gli allievi dovranno aver acquisito le competenze per la restituzione geometrica e per la realizzazione delle forme pittoriche, plastiche e architettoniche che costituiscono lo spazio scenico; conoscerà le tecniche di elaborazione pittorica e plastica dei bozzetti; saprà utilizzare i mezzi multimediali di base con i software dedicati;

e)    Scelte organizzative: la produzione di uno spettacolo richiede un determinato budget economico, la compresenza di molteplici professionalità, il rispetto delle norme in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro : lo studente dovrà acquisire la consapevolezza di questi aspetti, saperli prevedere in base alla disponibilità economica assegnata. 

 

 

STORIA DEL TEATRO 

 

Linee generali e competenze

 

Obiettivo della disciplina, che potrà essere affidata a docenti esterni specializzati (qualora nel Liceo Artistico non siano presenti le competenze professionali necessarie), è quello di sviluppare un percorso di tipo storico e teorico che focalizzi gli intrecci fra i testi teatrali e gli spazi della rappresentazione. Non si intende infatti affrontare la storia del teatro da un’angolazione puramente letteraria, quanto studiare le reciproche influenze tra la parola scritta, lo spazio scenico e il contesto sociale. Solo nelle relazioni con tutte le componenti dello spettacolo il testo trova la sua massima espressione, lasciando emergere   le finalità artistiche, ma anche sociali e politiche sottese. L’evento teatrale dovrà essere percepito in rapporto alle condizioni storiche e culturali delle varie epoche, connesso ad un pubblico di spettatori, a precise concezioni artistiche ed educative. Ad esempio, sarà fondamentale leggere e comprendere una tragedia greca inserendola nel contesto storico-culturale, osservando chi erano gli spettatori, in quale spazio attori e pubblico co-agivano, quali erano le finalità della rappresentazione, quale valenza antropologica e pedagogica veniva assegnata al teatro nella Grecia classica. Sarà necessario, inoltre estendere l’osservazione e l’analisi alle diverse tipologie architettoniche degli edifici teatrali e a tutti gli elementi di scena. L’obiettivo essenziale è comprendere la specificità del testo teatrale che nasce non tanto per essere letto quanto per essere rappresentato in uno spazio pubblico. 

Al docente di Storia del teatro viene affidato il compito della lettura e dell’analisi di testi classici della drammaturgia europea, antica, moderna e contemporanea, scelti di comune accordo con i docenti di Discipline progettuali dello spettacolo e di Laboratorio d’interpretazione e tecniche teatrali: tale testo sarà poi oggetto di esercitazione, interpretazione, recitazione ed allestimento in vista di un esito finale pubblico.

 

 

Obiettivi specifici di apprendimento

 

Si prenderà in esame l’evoluzione dello spazio e dei testi teatrali dall’età greca fino alle sperimentazioni del tardo Novecento. Essendo la materia da trattare veramente cospicua, sarà necessario delineare in generale il processo storico, e, nel contempo, focalizzare solo alcuni modelli di drammaturgia e di spettacolarità per non trascurare la lettura diretta delle opere. La  suddivisione degli argomenti nell’arco del secondo biennio e del quinto anno seguirà questa periodizzazione: 

-       dal teatro antico al Rinascimento nel terzo anno;

-       i secoli XVII e XVIII nel quarto anno;

-       L’Ottocento e il Novecento nel quinto anno.

 

Di seguito l’indicazione e la successione dei contenuti essenziali:

 

  • Il teatro greco: l’edificio classico, l’attore, il coro, le macchine sceniche. La nascita della tragedia: Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane.

  • Il teatro romano: l’edificio teatrale, gli attori, i costumi, le scene. Gli autori latini: Plauto, Terenzio, Seneca.

  • Il Medio Evo: la condanna del teatro da parte della cultura cristiana, la scomparsa dell’edificio teatrale, i giullari, la teatralità di contenuto religioso.

  • Il Rinascimento: il teatro di corte, gli edifici teatrali, la nascita della scenografia moderna. Il teatro in volgare: Machiavelli, la Commedia dell’Arte.

  • Il teatro elisabettiano: l’edificio, la recitazione. La figura e l’opera di Shakespeare.

  • Il teatro barocco: la festa, il melodramma, il teatro francese di corte, il teatro spagnolo. Gli autori: Molière, Racine, Calderon de la Barca, Lope de Vega.

  • Il teatro del Settecento: la riforma di Goldoni, la teorizzazione del dramma in Diderot 

  • Il Romanticismo tedesco e francese: Schiller, Goethe, Hugo.

  • Il naturalismo e il dramma borghese: Ibsen, Cechov. 

  • Il teatro delle Avanguardie storiche: provocazione e sperimentazione. La nascita del teatro contemporaneo (metateatro e straniamento): Pirandello e Brecht.

  • Il teatro del secondo Novecento: nuove ricerche di recitazione e drammaturgia. Il Teatro dell’Assurdo, il Living Theatre, Grotowski, Beckett, Pinter, la neo-avanguardia.

  •  Teatro e cinema: il loro rapporto nella produzione culturale contemporanea.

 

All’interno dell’insegnamento di Storia del teatro una parte del lavoro sarà dedicato allo studio della Drammaturgia. Obiettivi formativi di questa disciplina sono l’acquisizione di una generale conoscenza della drammaturgia europea, antica, moderna e contemporanea mediante la riflessione su alcuni autori e su alcuni capolavori e la comprensione delle regole, delle tradizioni e convenzioni in base a cui si costruiscono i drammi. Saranno prese in esame le relazioni di carattere storico e strutturale tra scrittura e pratica scenica, dal punto di vista critico e creativo. Dei testi potranno essere presentate alcune realizzazioni teatrali o filmiche, al fine di valutare l’apporto creativo del regista interprete.

Rispetto ai contenuti sopra indicati al termine del percorso triennale gli allievi dovranno essere in grado di: 

- riconoscere i rapporti che collegano pagina e scena all’interno di periodi storici determinati; 

- esaminare i testi drammatici più importanti della tradizione europea e di inquadrarli nei diversi contesti produttivi (la maggiore tragediografia greca, il XVII secolo inglese e francese, il dramma borghese europeo e il teatro contemporaneo); 

- riconoscere e valutare i fenomeni drammaturgici originali all’interno di una produzione teatrale;

- esprimere un giudizio motivato, tramite l’esercizio della recensione, su di una rappresentazione o sulla recitazione di un attore, così come sulla scenografia.

 

 

LABORATORIO DI INTERPRETAZIONE E TECNICHE TEATRALI

 

Linee generali e competenze

 

Il Laboratorio, affidato ad un esperto esterno, tratterà tutte le forme di ‘spettacolo dal vivo’, dai maggiori modelli di espressione teatrale del passato al teatro contemporaneo, dal balletto ai concerti, per analizzarne le problematiche e le scelte interpretative, i metodi, i linguaggi, le tecnologie, i tempi. Va preliminarmente chiarito che il Laboratorio d’interpretazione e tecniche teatrali non ha lo scopo di formare attori né registi, è rivolto piuttosto ad una finalità formativa e culturale, quella di condurre i giovani ad apprezzare lo spettacolo dal vivo, il fenomeno teatrale nella sua specificità e a riconoscere la pluralità delle dimensioni artistiche coinvolte.

Questo insegnamento avrà come riferimento la figura del regista:  quello della regia è il punto di vista migliore per conoscere e comprendere la complessità dell’attività teatrale e quindi acquisire la consapevolezza dei problemi e dei meccanismi implicati dalla ‘mise-en-scene’. Il regista infatti è colui che traspone il testo dalla pagina scritta al palcoscenico, che ha una visione complessiva della messa in scena, che adatta ed interpreta il testo, che guida gli attori, gestisce l’iter progettuale di una messa in scena e pianifica tutte le operazioni necessarie e coordina tutte le figure professionali coinvolte. Nella seconda metà dell’Ottocento si impone la consapevolezza della necessità di una messa in scena unitaria e di una interpretazione stilisticamente coerente di un testo drammaturgico, e di un coordinamento organizzativo, compiti affidati alla figura del regista la quale sostituisce progressivamente il sistema dei ruoli o il capocomico e sottomette alla propria visione ogni altra professionalità che interviene nella preparazione dello spettacolo, compresa quella dell’attore. Nel teatro novecentesco la dimensione scenica diventa centrale e quindi il regista diviene il vero artista del teatro, la regia diviene una vera arte (arte della visione) e ogni interpretazione di un testo diviene un’opera d’arte originale.

In questa prospettiva il compito del docente di Laboratorio sarà quello di far compiere esperienza delle principali dimensioni coinvolte nell’attività teatrale:

-       il rapporto fra teatro e letteratura;

-       la messa in scena e la figura del regista;

-       il rapporto dell’attore con il personaggio: la recitazione;

-       il rapporto fra il teatro e le arti figurative;

-       la musica nel teatro.

All’interno del rapporto fra il teatro e la musica si potrà affrontare un genere di spettacolo molto significativo per la cultura italiana: il melodramma. Si tratta di un momento esemplare in cui tutte le arti sono unite in un disegno scenico e convergono verso un grandioso effetto spettacolare; i modelli di riferimento saranno Verdi e Wagner. Altri contenuti collaterali che possono essere trattati sono: il rapporto del teatro con la danza, il rapporto tra il teatro e il cinema; il teatro di figura.

Il docente di Laboratorio d’interpretazione e di tecniche teatrali lavorerà quindi in modo sinergico e parallelo con i colleghi di Discipline progettuali dello spettacolo e di Storia del teatro per la produzione di un esito finale che la classe allestirà e rappresenterà in pubblico seguendo la successione storica degli autori e delle opere. In ogni caso il Laboratorio si caratterizzerà per il fatto che le esercitazioni avverranno sempre su di un testo, saranno sempre ‘in situazione’ e mai astratte.

All’interno del piano di regia si inserisce il lavoro dell’attore, la dimensione recitativa che per gli allievi può risultare molto stimolante, a cui nella programmazione didattica del Laboratorio sarà riservato ampio rilievo.

 

 

Obiettivi specifici di apprendimento

 

La valenza formativa di questo insegnamento sta nell’esperienza diretta della ‘costruzione’ di uno spettacolo  e di tutte le dimensioni e competenze artistiche  che concorrono a questo processo.

 

a)    Il rapporto tra il teatro e la letteratura

Questa parte del lavoro dovrà essere condotta in collaborazione con il docente di Storia del teatro e di Italiano. Lo studente dovrà comprendere la alterità del testo drammaturgico rispetto al testo narrativo: non viene scritto per la semplice lettura, ma per divenire rappresentazione scenica. Compresa questa specificità, lo studente dovrà essere condotto a:

-       Leggere direttamente alcune opere teatrali fondamentali per il III, IV e V° anno, in accordo con il docente di Storia del teatro;

-       Compiere operazioni di riduzione ed adattamento teatrale sui testi affrontati;

-       Sperimentare operazioni di scrittura : individualmente o a piccoli gruppi gli studenti dovranno esercitarsi nella scritture di semplici forme drammaturgiche, come il monologo e il dialogo;

-       Compiere operazioni di riduzione e di adattamento di testi non drammaturgici, cioè nati come fiabe, racconti, autobiografie, romanzi.

 

b)    il rapporto fra l’attore e il personaggio: la recitazione

Una particolare attenzione dovrà essere dedicata a questo aspetto, all’esperienza della recitazione che contiene una indubbia valenza formativa per i giovani, anche al di là delle competenze teatrali. Per affrontare il rapporto dell’attore con il personaggio si individuano qui alcuni possibili riferimenti teorici per la recitazione a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, senza preclusioni verso altre esperienze:

 

-       recitazione naturalistica, in cui si cerca di ottenere la maggiore verosimiglianza possibile con la situazione rappresentata;

-       il metodo di Konstantin Stanislavskij che conduce all’immedesimazione psicologica dell’attore con il suo personaggio;

-       la proposta di rottura delle Avanguardie storiche, improntata all’artificialità della rappresentazione e allo sperimentalismo;

-       la teoria dell’effetto di straniamento elaborata da Bertolt Brecht secondo cui l’attore deve collocarsi all’esterno del suo personaggio e recitare la parte in modo critico;

-       il rinnovamento della tradizione teatrale occidentale proposto da Antonin Artaud secondo un’idea fisica e plastica della recitazione;

-       la decostruzione del senso, del racconto e della forma drammatica nell’opera di Samuel Beckett.

 

c)    La messa in scena e la figura del regista 

-       Individuare un testo letterario/drammaturgico da rappresentare in teatro ed elaborare un piano di regia per la relativa messa in scena;

-       Sviluppare una linea estetica coerente ed unitaria per la rappresentazione dell’opera come propria personale interpretazione;

-       Prevedere e coordinare gli apporti musicali per accompagnare la rappresentazione;

-       Conoscere le dinamiche tra pubblico ed attori.

 

d)    Rapporto tra il teatro e le arti figurative

-       Progettare coordinare  l’allestimento scenografico e la costruzione delle scene;

-       Progettare e coordinare la preparazione dei costumi necessari per l’opera da rappresentare;

-       Progettare e coordinare le proiezioni luminose sulla scena, orientando così lo sguardo dello spettatore.

Locandina di "Manfred. Da Byron-Schumann-Bene" - Ottobre 2016 - Teatro Biondo di Palermo

Manfred - Ottobre 2016 - Teatro Biondo - Palermo

AVANT DE JOUER - 2017

JOSEF K - 2018

Locandina di "Josef K" - Maggio 2018 - Teatro Biondo di Palermo

"Josef K" - Maggio 2018 - Teatro Biondo di Palermo

MOZART E SALIERI/MILLE893 - 2020

Locandina di "Mozart e Salieri"/"Mille893"

Febbraio 2020 - Atrio monumentale di Palazzo delle Aquile - Palermo

"Mozart e Salieri" di Puškin - Atrio monumentale di Palazzo delle Aquile

Febbraio 2020

Salieri: Paolo Saputo - Mozart: Zeno Oliviero - Violinista: Sofia Anselmo

regia: Franco Reina

Scenografia Franco Reina e Paolo Saputo

con la partecipazione di Federica Mangano - Maura Cattano e Valeria Buffa

Riprese video: Giulia Schillaci - Ludovica Greco - Valeria Buffa

Riprese e montaggio video: Daniele Li Volsi

"Mille893" di L. Corsaro - Atrio monumentale di Palazzo delle Aquile

Febbraio 2020

Donna Franca Florio: Arianna Li Volsi - Pirandello: Paolo Saputo - Vassalli/Dante: Federico Geloso - Cronista: Gabriele Martella - Cronista: Zeno Oliviero

regia Lucia Corsaro e Chiara Torricelli

Musiche originali di Andrea Ajovalasit

Scenografia Franco Reina e Paolo Saputo

con la partecipazione di Federica Mangano - Maura Cattano e Valeria Buffa

Riprese video: Giulia Schillaci - Ludovica Greco - Valeria Buffa

Riprese e montaggio video: Daniele Li Volsi

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